Mi chiamo Biancaneve, sono nata nel 1985, durante una memorabile nevicata che paralizzò ogni spostamento. Mia madre, bloccata nella nostra fattoria, fu accompagnata in paese con un trattore. Da lì, Mariolo, il gestore del pub, la portò all’ospedale con la sua Jeep. Mio padre, impegnato nei lavori agricoli, arrivò solo quattro giorni dopo e, colpito dalle circostanze, decise di chiamarmi Biancaneve.
Fin da piccola passavo il tempo con mia nonna ai fornelli, e così è iniziata la mia passione per la cucina. Ho cominciato a lavorare giovanissima in alcuni ristoranti della zona e poi ho frequentato l’Istituto Alberghiero di Asiago per cinque anni. Dopo il diploma, mi trasferii a Barcellona con l’idea di fermarmi solo due anni.
Mio fratello, che lavorava nei trasporti, portava le MotoGP nei circuiti europei. Un giorno mi invitò al circuito di Catalunya, dove conobbi nuove persone e, quasi per caso, un cuoco mi chiese di aiutarlo per un weekend in pista. Fu un’esperienza che mi cambiò la vita. Alla fine di quel weekend, lo stesso cuoco mi propose qualcosa di incredibile: gestire la cucina dell’hospitality Bridgestone nel mondiale MotoGP dell’anno successivo.
Lasciai tutto e per quattro anni ho viaggiato in giro per il mondo con la MotoGP, vivendo un’esperienza unica, a stretto contatto con i piloti e con un’energia travolgente. Ma a un certo punto sentii il bisogno di stabilità.
Così, a 26 anni, presi in gestione il mio primo locale: il Grappolo d’Oro a Breganze, un bar-ristorante-pizzeria. Era un’avventura impegnativa: lavoravo con 12 dipendenti e si arrivava anche a 1000 pizze in un solo fine settimana. Un’esperienza intensa ma molto soddisfacente.
Poi è arrivata la pandemia. Il mondo si è fermato e anch’io ho dovuto chiudere. Ma non mi sono arresa. Ho deciso di scommettere ancora su un altro locale, in un posto che porto nel cuore: l’Altopiano di Asiago. Ho rilevato il ristorante Casello di Guardia, e nonostante le difficoltà iniziali e le restrizioni, sono riuscita a restare lì per tre anni. Era un’attività stagionale, e con l’inverno arrivavano neve e complicazioni. Alla scadenza del contratto, senza possibilità di rinnovo, ho dovuto lasciare.
Nel 2023, alcuni conoscenti mi proposero di riaprire un locale chiuso. È la mia specialità: ridare vita a luoghi spenti. Così, da aprile 2023, sono di nuovo operativa con una nuova avventura: la Trattoria “Alla Cartiera da Biancaneve” a Lugo di Vicenza.
Nel tempo libero amo gli animali, la natura e sogno viaggi lontani, come in Polinesia o in Perù. Ho anche qualche idea brillante che, per ora, rimane custodita in forma virtuale… chissà, un giorno potrebbe diventare realtà.
Mi chiamo Biancaneve, sono nata nel 1985, durante una memorabile nevicata che paralizzò ogni spostamento. Mia madre, bloccata nella nostra fattoria, fu accompagnata in paese con un trattore. Da lì, Mariolo, il gestore del pub, la portò all’ospedale con la sua Jeep. Mio padre, impegnato nei lavori agricoli, arrivò solo quattro giorni dopo e, colpito dalle circostanze, decise di chiamarmi Biancaneve.
Fin da piccola passavo il tempo con mia nonna ai fornelli, e così è iniziata la mia passione per la cucina. Ho cominciato a lavorare giovanissima in alcuni ristoranti della zona e poi ho frequentato l’Istituto Alberghiero di Asiago per cinque anni. Dopo il diploma, mi trasferii a Barcellona con l’idea di fermarmi solo due anni.
Mio fratello, che lavorava nei trasporti, portava le MotoGP nei circuiti europei. Un giorno mi invitò al circuito di Catalunya, dove conobbi nuove persone e, quasi per caso, un cuoco mi chiese di aiutarlo per un weekend in pista. Fu un’esperienza che mi cambiò la vita. Alla fine di quel weekend, lo stesso cuoco mi propose qualcosa di incredibile: gestire la cucina dell’hospitality Bridgestone nel mondiale MotoGP dell’anno successivo.
Lasciai tutto e per quattro anni ho viaggiato in giro per il mondo con la MotoGP, vivendo un’esperienza unica, a stretto contatto con i piloti e con un’energia travolgente. Ma a un certo punto sentii il bisogno di stabilità.
Così, a 26 anni, presi in gestione il mio primo locale: il Grappolo d’Oro a Breganze, un bar-ristorante-pizzeria. Era un’avventura impegnativa: lavoravo con 12 dipendenti e si arrivava anche a 1000 pizze in un solo fine settimana. Un’esperienza intensa ma molto soddisfacente.
Poi è arrivata la pandemia. Il mondo si è fermato e anch’io ho dovuto chiudere. Ma non mi sono arresa. Ho deciso di scommettere ancora su un altro locale, in un posto che porto nel cuore: l’Altopiano di Asiago. Ho rilevato il ristorante Casello di Guardia, e nonostante le difficoltà iniziali e le restrizioni, sono riuscita a restare lì per tre anni. Era un’attività stagionale, e con l’inverno arrivavano neve e complicazioni. Alla scadenza del contratto, senza possibilità di rinnovo, ho dovuto lasciare.
Nel 2023, alcuni conoscenti mi proposero di riaprire un locale chiuso. È la mia specialità: ridare vita a luoghi spenti. Così, da aprile 2023, sono di nuovo operativa con una nuova avventura: la Trattoria “Alla Cartiera da Biancaneve” a Lugo di Vicenza.
Nel tempo libero amo gli animali, la natura e sogno viaggi lontani, come in Polinesia o in Perù. Ho anche qualche idea brillante che, per ora, rimane custodita in forma virtuale… chissà, un giorno potrebbe diventare realtà.
Le proposte cambiano ogni giorno in base alla stagionalità e alla freschezza degli ingredienti.
Sabato: Menu alla carta.
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